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Non puoi risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato.
Albert Einstein


Se vuoi essere universale, parla del tuo villaggio.
Lev Tolstoj


Lei è all'orizzonte. Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi.
Cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi più in là.
Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai.
A cosa serve l'UTOPIA?
Serve proprio a questo: a camminare.
Eduardo Galeano


venerdì 22 settembre 2017

I SINDACI LIBERINO LE CITTA’ DALL’OPPRESSIONE AUTOMOBILISTICA SE VOGLIONO DAVVERO BENE AI LORO CONCITTADINI. VALE PER I GRANDI COME PER I PICCOLI COMUNI.


Il ruolo dei Sindaci è fondamentale nel determinare la qualità della vita della Comunità che guidano su mandato dei Cittadini.

I Sindaci hanno un ruolo amministrativo e politico, ma anche sanitario visto che per legge rappresentano la principale autorità locale in materia e possono intervenire concretamente con il potere di ordinanza non solo nei casi di emergenza.

I Sindaci, in sintonia con la propria Amministrazione, devono indirizzare in maniera coerente e coordinata la Città verso un progresso generale che abbracci tutti gli aspetti del vivere quotidiano e soprattutto dia una prospettiva di lungo periodo.

Come ogni anno assistiamo in Italia allo spettacolo indecente di città grandi e piccole con l'aria irrespirabile determinata dal superamento ben oltre i limiti di legge dei livelli di polveri sottili e biossido di azoto. A proposito di quest’ultimo, prodotto in abbondanza dai motori diesel, una recente ricerca europea ha attribuito al nostro Paese il triste primato dei decessi causati proprio da questa sostanza: 1250, una vera strage silenziosa.
Ricordo un altro dato scientifico sconvolgente attestato dall'Agenzia Europea dell'Ambiente su dati del 2012: l'Italia, tra i 28 Paesi dell'Unione Europea, ha ottenuto il record per numero di morti premature causate dall'inquinamento dell'aria. Morti premature significa decessi di bambini, giovani o comunque persone che avrebbero dovuto avere il diritto di vivere più a lungo in condizioni ambientali buone o migliori rispetto a quelle che spesso colpevolmente non vengono garantite dalle Istituzioni obbligate a questo compito. 
Concentriamoci quindi sull'inquinamento atmosferico, classificato ufficialmente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come sicuro cancerogeno nel suo insieme, che è causato certamente dagli impianti industriali di ogni tipo e da quelli domestici di riscaldamento, ma il principale imputato, vista la capillare diffusione ed invadenza, è senz'altro il traffico veicolare, con il suo miliardo e passa di automezzi in circolazione nel Pianeta.

Ecco qualche dato che aiuta a capire l’entità del problema troppo spesso sottovalutato:

le emissioni dei veicoli a motore sono molto dannose per la salute umana: i gas di scarico, oltre al biossido di azoto, contengono alcune sostanze quali il benzene, il monossido di carbonio, le poveri sottili e ultrasottili e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) che l'OMS- Organizzazione Mondiale della Sanità ha certificato come "sicuri cancerogeni";

l'Italia è tristemente da anni ai primi posti nel mondo per "indice di motorizzazione", ossia il rapporto di automobili per numero di abitanti con 635 veicoli ogni 1000 abitanti [ultimi dati ISTAT disponibili riferiti al 2017]. Se applicassimo questo rapporto alla popolazione mondiale di 7 miliardi di persone avremmo la cifra pazzesca di 4 miliardi e 445 milioni di macchine circolanti e la Terra semplicemente farebbe boom!;

se interpretiamo questi dati nostrani alla luce delle caratteristiche del territorio italiano, piccolo, accidentato, fragile, con altissima densità di popolazione, ricco di comuni e borghi antichi, medievali e rinascimentali, possiamo renderci conto ancora di più dell'irrazionalità di questa deriva;

la Città di Lanciano non è immune da questo processo che coinvolge la stragrande maggioranza dei Comuni italiani e che non è prerogativa delle metropoli o delle grandi città, semplicemente lì ci sono strumenti di monitoraggio dell'aria più diffusi e continuativi. Guarda caso quando nel 2010 la Provincia di Chieti ha commissionato all'Istituto Mario Negri Sud uno studio sulla qualità dell'aria nel territorio di competenza condotto con i più avanzati sistemi scientifici (biomonitoraggio e IBL), l'area urbana della nostra città ha avuto i risultati peggiori dell'intera provincia. Va sottolineato altresì il dato dell’indice di motorizzazione locale addirittura abbondantemente superiore alla media nazionale: 676 auto ogni 1000 abitanti (dati ACI-Istat riferiti al 2016);

aggiungiamo che i rilevamenti del 2012 in preparazione del PGTU- Piano Generale del Traffico Urbano hanno documentato la pazzesca cifra di 50/60 mila transiti veicolari in entrata ed uscita dal centro urbano di Lanciano ogni giorno. Ogni giorno.

Come si può evincere dal caso in esame di un piccolo/medio Comune di 35mila abitanti come Lanciano, non esistono molte isole felici in questo campo e le dimensioni ridotte non determinano automaticamente un miglioramento delle condizioni ambientali, semplicemente cambiano i numeri assoluti ma le proporzioni e le problematiche sono le stesse.

Di fronte a questi elementi un Sindaco non può fare finta di niente e soprattutto non può prendere provvedimenti parziali, contraddittori, temporanei e quindi in sostanza inutili. Le "domeniche senza auto", le targhe alterne, le chiusure momentanee e via raffazzonando sono semplici prese in giro per tutti ed hanno dimostrato di non avere alcuna incidenza sul miglioramento dell'aria (e della vivibilità generale).

L'UNICA POLITICA EFFICACE, RAZIONALE E LOGICA DI CONTRASTO ALL'INQUINAMENTO DELL'ARIA, MA ANCHE ALL'ABBRUTIMENTO DEI LUOGHI DETERMINATO DALL'INGOMBRO VEICOLARE, E' LA PRELIMINARE E DRASTICA RIDUZIONE DEL TRAFFICO AUTOMOBILISTICO PRIVATO, MOLTO SPESSO INUTILE, ESORBITANTE E POCO FUNZIONALE, DIROTTANDO LA MOBILITA' URBANA VERSO FORME PIU' SANE E SOSTENIBILI COME IL TRASPORTO PUBBLICO, QUELLO COLLETTIVO, CONDIVISO O A NOLEGGIO, LA PEDONALITA' E L'USO QUOTIDIANO DELLA BICICLETTA ATTRAVERSO PROVVEDIMENTI MIRATI, STRUTTURALI E DI LUNGO PERIODO CHE DA UNA PARTE INCENTIVINO QUESTO PERCORSO VIRTUOSO E DALL'ALTRA SCORAGGINO LE PRATICHE DANNOSE. Ci sono tantissime cose che si possono fare e già si fanno in ogni parte del globo, basta solo volerlo.

Se non si parte da qui, cari Sindaci, le vostre enunciazioni di principio non avranno alcuna credibilità e a farne le spese sarà l'intera Cittadinanza, anche se non tutti ne avranno coscienza vista l'integralista mentalità autocentrica che pervade trasversalmente la maggior parte di noi facendoci ragionare come se stessimo perennemente alla guida.

Per questo la responsabilità è sì dei Sindaci a livello istituzionale, ma anche degli stili di vita di ogni singolo Cittadino. Inviterei chiunque a provare per una volta a lasciare la macchina spenta, a fare due passi a piedi o a saltare su una bici. Si renderà conto di quanto le distanze siano minime, avrà la certezza dei tempi di spostamento, eviterà rabbia e stress di code e ricerca di un parcheggio, incontrerà persone lungo il suo tragitto e avrà modo di guardarsi intorno e magari ammirare il paesaggio.

Soprattutto farà del bene a sé stesso e agli altri, in primo luogo agli altri che verranno ed ai quali dovremo pur dare conto di quello che lasciamo in eredità.

Franco Mastrangelo


martedì 25 luglio 2017

ORMAI IL VERO PROGRESSO E' LIBERARE IL PIU' POSSIBILE LE CITTA' DALLE AUTOMOBILI



La piramide inversa del traffico urbano: il pedone deve avere la priorità, quindi la bicicletta e poi tutti gli altri mezzi con l’auto in coda.

Il "progresso" è qualcosa di ben diverso dal semplice "sviluppo": riguarda quasi sempre la qualità mentre il secondo fa i conti con la quantità e ne paga le disastrose conseguenze. Vedasi la fine che hanno fatto i famosi Paesi "in via di sviluppo"...

L'idea di "progresso", come qualsiasi concetto, dipende dal contesto e dal periodo storico. Una volta, sessanta, cinquanta, quarant'anni fa, l'automobile forse poteva incarnare quest'idea, ma il sogno col tempo è diventato illusione e poi pieno fallimento.



L'idea di "progresso" attuale, moderna, reale e fattibile, è quella di liberare il più possibile le città dalle auto per riportarle ad essere quello che erano e che dovrebbero essere: un centro di incontro, accoglienza, socializzazione, elaborazione, scambio e piena vivibilità. Quello che lo strapotere debordante delle macchine impedisce quotidianamente.



Ma il mondo cambia e per fortuna, a volte, verso il meglio: gli esempi di quartieri, centri urbani, città intere che si vanno liberando delle auto sono sempre più frequenti e qualificanti. La capitale della Slovenia, Lubiana, è diventata un punto di riferimento internazionale in questo senso ed è la dimostrazione concreta di come sia possibile esaltare lo splendore degli agglomerati urbani liberandoli dalle auto con tutta la straordinaria conseguenza di effetti positivi che ne conseguono.
Per averne un'idea rimando al mio reportage sul soggiorno in quella meravigliosa città che potrete leggere cliccando QUI.
LUBIANA Città senz'auto

Lo ha fatto, lo sta facendo Lubiana con i suoi 287mila abitanti, ci stanno riuscendo Pontevedra in Galizia (Spagna) oppure Oslo capitale della Norvegia, Copenaghen, Amsterdam e tante altre città nel mondo, possono riuscirci tranquillamente anche Comuni più piccoli come ad esempio Lanciano in Abruzzo, dove vivo, con i suoi 35mila residenti. Anzi le dimensioni sono ideali per poter sperimentare tutte le soluzioni più innovative che potranno portare solo benefici.

C'è da sottolineare come tutte le città appena citate sono partite anch'esse qualche decennio fa da una situazione di traffico congestionato simile a quella della gran parte dei comuni italiani. La differenza è che hanno compiuto delle scelte di lungo periodo molto risolute e le hanno perseguite coerentemente attraverso provvedimenti adeguati e soprattutto lo sviluppo di infrastrutture utili allo scopo di deviare la mobilità dall'auto privata verso tutte le altre forme alternative più funzionali e sostenibili. 

In Italia ci sono già tanti comuni che stanno liberando i centri storici ed ampie zone urbane. C'è poi il caso di una importante città completamente priva di auto come Venezia: è senz'altro un agglomerato molto particolare, ma è anche la dimostrazione di come sia possibile vivere lo stesso e meglio senza questa presenza deturpante (certo, poi ci sarebbe da risolvere lo scandalo delle mega-navi da crociera, ma questo è un altro discorso...).

Modifiche importanti alla mobilità creano sempre una prima fase di forte opposizione perché si scontrano con abitudini negative sedimentate nel tempo e con una cultura inveterata continuamente rilanciata da formidabili interessi economici legati ai motori (vedi l'ossessivo bombardamento di spot pubblicitari su tutti i mezzi di comunicazione a tutte le ore): per questo bisogna spiegare bene gli interventi alla Cittadinanza, renderla partecipe e soprattutto incentivarla nella direzione giusta mediante un'appropriata convenienza individuale oltre che collettiva, in primo luogo di natura economica.

La principale emergenza planetaria non più rinviabile è oggi il riscaldamento globale e di questa alterazione del clima tra i primi responsabili ci sono proprio le emissioni nocive dei gas di scarico dei veicoli a motore, molte delle quali certificate come sicuri cancerogeni dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Su questo si deve intervenire subito con piani organici e strutturali di medio-lungo periodo, non con ipocriti palliativi dettati dall'emergenza smog del momento.


In tutto il mondo, pur tra mille ostacoli pubblici e privati, si sta ragionando su come ridurre gli effetti deleteri del pazzesco numero di automobili (oltre un miliardo) che occupano quasi militarmente l'intero Pianeta. La soluzione definitiva non è certo l'auto elettrica perché affronta solo uno dei problemi in campo, ossia l'inquinamento da carburanti  e quello acustico (salvo naturalmente capire da quali fonti derivi l'energia elettrica utilizzata), mentre restano intatti gli altrettanto gravi aspetti dell'occupazione di spazio pubblico, del deturpamento di paesaggio e beni storici e artistici, dell'enorme incidentalità e conseguente mortalità, dei danni sulla salute e la socializzazione in genere, dello smaltimento di batterie e materiali vari, ecc. ecc.


COME SEMPRE PER RISOLVERE UN PROBLEMA BISOGNA PARTIRE DALLA FONTE E NON INTERVENIRE A POSTERIORI QUANDO IL DANNO E' GIA' STATO FATTO: IL PRIMO PASSO EFFICACE DA COMPIERE E' QUINDI LA DRASTICA RIDUZIONE DEL NUMERO COMPLESSIVO DI AUTOMOBILI FAVORENDO TUTTE LE FORME DI MOBILITA' ALTERNATIVE PIÙ FUNZIONALI E PIÙ SOSTENIBILI.



Per questo auspico una specie di nuovo Rinascimento italiano che parta proprio dai Comuni per rinnovare lo splendore di qualche secolo fa. Splendore che in tanti meravigliosi centri storici, nati senz'auto e del tutto inadatti ad esse, reclama una svolta orgogliosa per riportarli all'originaria bellezza.

E vedrete che anche gli scettici vivranno meglio.


Franco Mastrangelo


Il vergognoso parcheggio quotidiano davanti allo splendore della Chiesa medievale di Santa Maria Maggiore a Lanciano (Abruzzo) e (sotto) quello che dovrebbe essere sempre, di giorno e di notte.





martedì 30 maggio 2017

PER FRENARE I DELITTI (STRADALI) BISOGNA LIMITARE LA CIRCOLAZIONE DELLE ARMI (A 4 RUOTE)



Mi piace pensare positivo e per questo sono affezionato alla bicicletta che ai miei occhi racchiude l'essenza della positività: libertà di movimento, perfetta simbiosi con l'ambiente circostante, benessere e socialità, fiducia nel percorso che hai davanti, nel futuro che vedi arrivare incontro senza barriere o filtri.

Mio malgrado, per esigenze di lavoro, nella quotidianità sono un automobilista seriale e per questo uno spettatore in prima fila di fatti, misfatti, pericoli e storture che hanno come scenario la strada. Quando si sale in macchina, inutile nasconderlo, ognuno peggiora un pò, anche chi lo fa con le migliori intenzioni, perché si viene catapultati nell'arena del tutti contro tutti dove spesso la prima regola è il predominio sugli altri.

Dottor Jekyll e Mister Auto.

Non mi piace, come credo a nessuno, parlare di lutti e disgrazie, ma di fronte ai tragici bollettini quotidiani dalle strade italiane che ogni giorno ci restituiscono i mezzi di informazione, non si può tacere e far passare questi avvenimenti come fatti inevitabili, quasi naturali, un tributo doloroso ma ineludibile al progresso (quale?), come le morti bianche sul lavoro. Infatti quasi mai in quegli stessi servizi o articoli si azzarda una notazione critica sul sistema che genera tutto questo e sulle soluzioni che vanno trovate come sempre nelle cause e non negli effetti.

Faccio la solita premessa che sarebbe del tutto superflua se non vivessimo in una società nella quale l'auto è un'ideologia oltre che un sistema con tutti i suoi rituali, i suoi profeti e i suoi misteri ai quali credere ciecamente a prescindere. La premessa è questa: qui nessuno, al contrario di quanto fanno gli idolatri in senso opposto, vuole demonizzare questo mezzo di trasporto che nei primi decenni di vita ha rappresentato un simbolo di libertà, una possibilità di autonomia e una promessa di emancipazione ed equità sociale.

Ma poi, come si dice in gergo, "il troppo stroppia" e la sua abnorme moltiplicazione, capillare e irrispettosa di persone e luoghi, ha provocato il rapido ribaltamento delle aspettative originarie trasformandola in mezzo di limitazione, costrizione, stress e troppo spesso lutto. Il punto è tutto qui: la quantità che diventa inevitabilmente deterioramento della qualità. Oltre un miliardo di veicoli nell'intero Pianeta sono una follia, così com'è una follia restare inermi di fronte alla catena di incidenti che provocano ogni giorno.

Diciamolo chiaramente e senza ipocrisie: l'automobile può trasformarsi in un'arma letale e spesso lo fa, lo hanno capito anche i terroristi quanto sia facile e pratico usarla in questo modo. E quindi come per le armi vere e proprie, la cui proliferazione non fa che aumentare crimini e decessi (vedi l'esempio eclatante degli USA), anche per gli autoveicoli privati bisogna procedere ad una graduale ma drastica riduzione spostando adeguatamente la mobilità complessiva verso tutte le forme praticabili sane e sostenibili dagli esseri viventi e dall'habitat in cui vivono.

E lo dico da automobilista, purtroppo, incallito. Però, e questo è un consiglio rivolto a tutti, se non sono obbligato ad usarla la lascio lì immobile e innocua.

Quando si può (e se ci riflettiamo bene si può tantissime volte) non mettiamo in moto la macchina, ma mettiamoci in moto noi stessi, a piedi o in bici cominciando a pensare sempre più positivo come sta avvenendo in tante parti del mondo. 

La strada è lunga e impervia però se al bivio abbiamo scelto la direzione giusta è solo una questione di tempo.

Franco Mastrangelo





mercoledì 19 aprile 2017

UNA NORMALE GIORNATA DI INCIVILTA' AUTOMOBILISTICA (fotoracconto)

Quello che segue è il foto-racconto di una giornata come tante, piena di immagini desolanti raccolte questa mattina in centro nel giro di non più di un quarto d'ora. Siamo a Lanciano certo, ma purtroppo potremmo essere in centinaia di altre città italiane in questo o in qualsiasi altro giorno.

Una riflessione prima di scorrere il penoso album:
il controllo e la repressione di queste pratiche scorrette non riusciranno mai da soli a eliminare il fenomeno.

Non cominciamo a invocare "I vigili dove sono?" perché anche schierando l'esercito non si riuscirebbe a venirne a capo, vista la continuità e capillarità di questi veri e propri atti vandalici che non tengono nella minima considerazione le esigenze vitali di persone sicuramente più sfortunate fisicamente, ma senz'altro più degne di essere definite "esseri umani".

Certo una maggiore attenzione delle autorità competenti rivolta a scoraggiare quotidianamente questi comportamenti non dispiacerebbe, ma come sempre bisogna andare alla radice delle cose e quindi solo liberando il più possibile gli spazi urbani dall'ingombro eccessivo delle auto potremmo avere maggiori possibilità che queste scene vadano a ridursi progressivamente.

Naturalmente sappiamo tutti che anche quella degli incivili è una categoria la cui genitrice è sempre incinta, però, fermo restando il numero di parcheggi esistenti, procedendo con provvedimenti di riduzione corposa delle macchine in circolazione avremmo la possibilità per tutti, specialmente per quelli che ne hanno davvero bisogno, di parcheggiare correttamente negli spazi adeguati.

Il controllo dovrà continuare ad esserci però solo con questo giusto mix si riuscirà a vedere qualche miglioramento.

Franco Mastrangelo

E adesso cattiva visione a tutti:






Scusate la fissazione "locale", ma la vogliamo rimettere questa benedetta catenella sulla terrazza di Via Monte Maiella per evitare le quotidiane azioni del "furbone/a" di turno?


martedì 21 marzo 2017

QUALCHE RIFLESSIONE DOPO LA DOMENICA DELL'ORGOGLIO CICLABILE



Domenica scorsa, 19 marzo, si è svolta a Lanciano una passeggiata lungo la pista ciclabile in corso di completamento in via del Mare promossa dall'Amministrazione Comunale per ribadire l'importanza dell'opera dopo le ultime e spesso pretestuose polemiche.

Si è trattato di un punto fermo, altamente simbolico, che suggerisce alcune riflessioni spero utili per eliminare l'attuale clima da opposte tifoserie che non giova a nessuno.

Faccio una doverosa premessa: le critiche nei confronti di modi e tempi di progettazione e realizzazione della pista sono del tutto legittime e spesso fondate, anch'io ne ho rivolte tante, ma questo non dev'essere l'alibi per mettere in discussione un'intera opera necessaria e decisiva per elevare la qualità della vita di tutti.
Non buttiamo il bambino con tutta l'acqua sporca.

Partiamo quindi dall'ineluttabilità di questa scelta e dalla considerazione che essa rappresenta solo il primo passo del fondamentale cammino verso la mobilità sana e sostenibile che, inserito in un quadro generale, coerente ed omogeneo, renderà la nostra Città più vivibile ed attraente.

Detto questo dobbiamo lavorare tutti insieme per migliorare quello che si può (ad es. mettiamo dei cespugli di oleandri sui cordoli per renderli più visibili e sicuri) non solo della pista in quanto tale ma anche dei nostri comportamenti quotidiani, spesso distorti, nel campo della mobilità.



Voglio sottolineare un altro aspetto incoraggiante: dopo i tentennamenti iniziali (ad opinione di chi scrive)l'Amministrazione Comunale di Lanciano sembra cominciare a crederci sul serio ed a considerarla, sono parole dell'Assessore Pino Valente, solo la prima di una rete di percorsi ciclabili e pedonali protetti che collegheranno tutte le zone della Città ai vari punti di interesse e servizio (Municipio, poste, ospedale, uffici, negozi, palestre, ecc.) ridimensionando in parallelo sempre di più lo strapotere dell'auto, deleterio e molto spesso inefficace.

Con la bici o a piedi hai tempi certi di percorrenza mentre con la macchina è sempre un'incognita (traffico, semafori, ricerca del parcheggio...).

Lanciano, checché se ne dica, ha dimensioni e conformazione giuste per una perfetta fruibilità con mezzi alternativi: per le salite ci sono sempre le bici elettriche o con pedalata assistita che costano quanto un cellulare di ultima generazione ed enormemente meno di un'autovettura.

Certo, c'è poi da affrontare il discorso dei mezzi pubblici, collettivi e condivisi (il car-sharing è cresciuto del 30% in Italia nell'ultimo anno) ma prima di tutto dobbiamo crederci noi, Cittadini e Amministratori, e lavorare insieme in una prospettiva coerente, omogenea e di lungo respiro.



Non voglio dilungarmi troppo, tanti aspetti li potete approfondire leggendo articoli e pagine pubblicati in questo blog, ma sento di manifestare tutta la mia fiducia sulla riuscita di questa operazione complessiva.

Abbiamo già avuto in questo settore un'esperienza molto positiva con il bike-sharing, purtroppo presto tramontato per errori e responsabilità da più parti, ma nei primi tempi era un piacere veder circolare in ogni angolo della città tutti i mezzi a disposizione, guidati con evidente soddisfazione perfino da insospettabili...(sarebbe un discorso da riprendere quanto prima).

Ecco, sono sicuro che ci sarà lo stesso effetto positivo e contagioso con la nuova pista ciclabile di via del Mare, ma è fondamentale che venga completata il prima possibile e questa è responsabilità stringente dei nostri Amministratori.

Dopodiché, a cose fatte, saranno non le parole ma le pratiche quotidiane a dare ragione a chi ha sempre indicato la strada giusta, l'unica realisticamente praticabile.

A presto, anzi spero prestissimo.

Franco Mastrangelo




sabato 4 marzo 2017

SOS PISTA CICLABILE ALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI LANCIANO: SPIEGATECI SE E QUANDO SARA' COMPLETATA.


Prima di tutto una breve cronistoria della pista ciclopedonale di via del Mare a Lanciano.


Sul tabellone c'è scritto "fine lavori prevista per il 12 novembre 2016" ma un esponente della maggioranza, con un'abilissima arrampicata sugli specchi, ci ha detto che non è proprio così, dipende, non sono termini tassativi, ci sono intoppi, ecc. ecc.
Allora perché viene indicata una data? Tanto valeva scrivere "fine lavori prevista... quando avranno termine". 

Inizio lavori, sempre da tabellone, 16 maggio 2016.

Ad ottobre, visto lo stallo totale dei suddetti lavori, ci permettiamo di avanzare una richiesta pubblica di chiarimenti con un post su questo blog del 19 ottobre 2016 intitolato "Che fine ha fatto la pista ciclopedonale di via del mare?" che potete leggere cliccando QUI .

La risposta, un po' piccata, dell'Amministrazione Comunale viene qualche giorno dopo, il 22 ottobre, durante un incontro pubblico nel corso del quale l'Assessore ai Lavori Pubblici Pino Valente assicura che i lavori avranno al massimo un ritardo di 20 giorni rispetto alla data stabilita (?!?), affermazione successivamente ribadita alla stampa. Anche tutto questo potete leggerlo cliccando QUI .

I lavori riprenderanno e andranno avanti a intermittenza fino a bloccarsi nuovamente.

Oggi siamo al 4 marzo 2017, 112 giorni oltre la fine prevista (che però, abbiamo visto, sembra essere più che altro una vaga evocazione di intenti e non un termine perentorio) i lavori sono fermi da tantissimi giorni e la pista ciclabile si trova in una condizione di terra di nessuno nella quale chi vorrebbe usarla non sa se e come può farlo (le bici possono circolare sul marciapiede?), le automobili si sentono autorizzate a parcheggiarci su visto che non c'è alcun divieto o segnale e cominciano i primi segni di deterioramento provocati dall'assenza di manutenzione. A fine articolo una breve documentazione fotografica a dimostrazione di tutto ciò.

Oltretutto questa situazione sospesa non fa che aumentare malumori, discussioni e polemiche tra gli assurdi fronti contrapposti mentre sono sicuro che al suo completamento ed utilizzo massiccio, già visibile in questi giorni nonostante tutto, ci sarà una quasi unanime soddisfazione per gli indubbi benefici che tali realizzazioni comportano per la migliore vivibilità di tutti.

Naturalmente l'Amministrazione Comunale avrà tutte le sue buone ragioni e ci saranno seri motivi per cui siamo in queste condizioni ma QUELLO CHE CHIEDIAMO E' CHE SINDACO E ASSESSORI CI SPIEGHINO CON CHIAREZZA PERCHE' I LAVORI DELLA PISTA CICLOPEDONALE DI VIA DEL MARE SONO FERMI DA COSI' TANTO TEMPO, QUALI SONO LE SOLUZIONI CHE SI STANNO ADOTTANDO PER SUPERARE EVENTUALI INTRALCI E SOPRATTUTTO PRENDANO UN IMPEGNO SERIO NELL'INDICARE UNA DATA CERTA NELLA QUALE QUEST'OPERA MERITEVOLE POTRA' ESSERE RICONSEGNATA ALLA CITTADINANZA.

Ne va del rapporto di fiducia tra Istituzioni e Cittadini.

Franco Mastrangelo

FOTO DELLA PISTA CICLABILE OGGI
(3 MARZO 2017)




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venerdì 10 febbraio 2017

SE I SINDACI VOGLIONO DAVVERO BENE ALLE LORO CITTA' LE LIBERINO DAL TRAFFICO AUTOMOBILISTICO.



Il ruolo dei Sindaci è fondamentale nel determinare la qualità della vita della Comunità che guidano su mandato democratico dei Cittadini.

I Sindaci hanno un ruolo amministrativo e politico, ma anche sanitario visto che per legge rappresentano la principale autorità locale in materia e possono intervenire concretamente con il potere di ordinanza non solo nei casi di emergenza.

I Sindaci, in sintonia con la propria Amministrazione, devono indirizzare in maniera coerente e coordinata la Città verso un progresso generale che abbracci tutti gli aspetti del vivere quotidiano e soprattutto dia una prospettiva di lungo periodo.

Assistiamo in questi giorni, ma è un ritornello che va avanti da decenni, allo spettacolo indecente di città grandi e piccole con l'aria irrespirabile, ben oltre i limiti consentiti dalla legge. Se aggiungiamo che in alcune di quelle città non è consigliabile neanche bere l'acqua corrente dal rubinetto di casa, allora possiamo decretare il pieno fallimento dei primi cittadini che le guidano e sollevare qualche dubbio sull'idea di progresso dominante.

Veniamo al sodo, concentrandoci soprattutto sull'inquinamento atmosferico che è causato certamente dagli impianti industriali di ogni tipo, chi più chi meno, e dagli impianti domestici di riscaldamento, ma il principale imputato, vista la capillare diffusione ed invadenza, è senz'altro il traffico veicolare, con il suo miliardo di automezzi in circolazione nel Pianeta.

Diamo qualche dato per evitare che si parli a vanvera:
  • le emissioni dei veicoli a motore sono molto dannose per la salute umana: i gas di scarico contengono alcune sostanze quali il benzene, il monossido di carbonio, le poveri sottili e ultrasottili, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) che l'OMS- Organizzazione Mondiale della Sanità ha certificato come "sicuri cancerogeni";
  • l'Italia è tristemente da anni ai primi posti nel mondo per "indice di motorizzazione", ossia il rapporto di automobili per numero di abitanti con 61 veicoli ogni 100 abitanti [ultimi dati disponibili 2010 dalla Divisione Statistica delle Nazioni Unite]. Se applicassimo questo rapporto alla popolazione mondiale di 7 miliardi di persone avremmo la cifra pazzesca di 4 miliardi e 270 milioni di macchine circolanti e la Terra semplicemente farebbe boom!;
  • Se interpretiamo questi dati nostrani alla luce delle caratteristiche del territorio italiano, piccolo, accidentato, fragile, con altissima densità di popolazione, ricco di comuni e borghi antichi, medievali e rinascimentali, ci rendiamo conto ancora di più dell'irrazionalità di questa deriva;
  • Lanciano non è immune da questo processo che coinvolge la stragrande maggioranza dei Comuni italiani e non è prerogativa delle metropoli o delle grandi città, semplicemente lì ci sono strumenti di monitoraggio dell'aria più diffusi e continuativi. Guarda caso quando nel 2010 la Provincia di Chieti ha commissionato all'Istituto Mario Negri Sud uno studio sulla qualità dell'aria nel territorio di competenza condotto con i più avanzati sistemi scientifici (biomonitoraggio e IBL), l'area urbana della nostra città ha avuto i risultati peggiori dell'intera provincia;
  • Aggiungiamo che i rilevamenti del 2012 in preparazione del PGTU- Piano Generale del Traffico Urbano (mai attuato) hanno documentato la pazzesca cifra di 50/60 mila transiti veicolari in entrata ed uscita dal centro urbano di Lanciano ogni giorno. Ogni giorno.
Di fronte a questi elementi un Sindaco non può fare finta di niente e soprattutto non può prendere provvedimenti parziali, contraddittori, temporanei e quindi in sostanza inutili.
Le "domeniche senza auto", le targhe alterne, le chiusure momentanee e via raffazzonando sono semplici prese in giro per tutti ed hanno dimostrato di non avere alcuna incidenza sul miglioramento dell'aria (e della vivibilità generale).

L'UNICA POLITICA EFFICACE, RAZIONALE E LOGICA DI CONTRASTO ALL'INQUINAMENTO DELL'ARIA, MA ANCHE ALL'ABBRUTIMENTO DEI LUOGHI DETERMINATO DALL'INGOMBRO VEICOLARE, E' LA PRELIMINARE E DRASTICA RIDUZIONE DEL TRAFFICO AUTOMOBILISTICO PRIVATO, SPESSO INUTILE, ESORBITANTE E CONTROPRODUCENTE, DIROTTANDO LA MOBILITA' URBANA VERSO FORME PIU' SANE E SOSTENIBILI COME IL TRASPORTO PUBBLICO, COLLETTIVO E CONDIVISO, LA PEDONALITA' E L'USO DELLA BICI ATTRAVERSO PROVVEDIMENTI MIRATI, STRUTTURALI E DI LUNGO PERIODO CHE DA UNA PARTE INCENTIVINO QUESTO PERCORSO VIRTUOSO E DALL'ALTRA SCORAGGINO LE PRATICHE DANNOSE. Ci sono tantissime cose che si possono fare e già si fanno in ogni parte del globo, basta solo volerlo.

Se non si parte da qui, cari Sindaci, le vostre enunciazioni di principio non avranno alcuna credibilità e a farne le spese sarà l'intera cittadinanza anche se non se ne renderà conto, vista l'integralista mentalità automobilistica che pervade trasversalmente la maggior parte di noi facendoci ragionare come se stessimo perennemente alla guida.

Per questo la responsabilità è sì dei Sindaci a livello istituzionale, ma anche degli stili di vita di ogni singolo cittadino. Inviterei chiunque a provare per una volta a lasciare la macchina in garage, a fare due passi a piedi o a saltare su una bici. Si renderà conto di quanto le distanze siano minime, avrà la certezza dei tempi di spostamento, eviterà rabbia e stress di code e ricerca di un parcheggio, incontrerà persone lungo il suo tragitto e avrà modo di guardarsi intorno e magari ammirare il paesaggio.

Soprattutto farà un bene a sé stesso e agli altri, in primo luogo agli altri che verranno ed ai quali dovremo pur dare conto se abbiamo una coscienza.

Franco Mastrangelo



    giovedì 19 gennaio 2017

    "AUTOSTOP" ANCHE SU FACEBOOK PER SOSTENERE LA NUOVA MOBILITA' E MIGLIORARE LA QUALITA' DELLA VITA DI TUTTI.

    Una delle innumerevoli bici in circolazione a Lubiana, città "senz'auto"
    Per allargare il più possibile il dibattito sulla nuova mobilità sana e sostenibile, l'unica che potrà salvarci dall'ormai disastroso modello basato sull'uso indiscriminato dell'auto privata, il blog "AUTOSTOP" ha inaugurato la propria pagina FaceBook raggiungibile cliccando sul seguente link: https://www.facebook.com/Autostop-1831664213776495/?qsefr=1 .

    Come si dice in questi casi invitiamo tutti gli interessati a cliccare il classico "mi piace" sulla pagina in modo da poterla seguire con continuità e, si spera, attivamente.

    L'auspicio è che ci si possa confrontare su questi temi storicamente e culturalmente ostici e spinosi con pacatezza, lucidità e solide argomentazioni senza buttarla in "caciara".

    L'obiettivo finale mio come di tantissimi altri che, magari meno visibili e rumorosi di chi "fa le corna" dal finestrino, condividono questo percorso è di dimostrare che questa non solo è la direzione obbligata (già praticata in tante parti del mondo) ma anche l'unica dalla quale possono trarne vantaggio tutti, nel presente e soprattutto nel futuro.

    Pronti, via!

    Franco Mastrangelo